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Imparare una lingua in terza età: una sfida dai mille benefici

Imparare una lingua in terza età: una sfida dai mille benefici

Si sa, imparare una lingua non è facile per nessuno, ma non è impossibile.

Nel 2023 in cui scriviamo, la tecnologia, Internet e le APP offrono una quantità notevole di risorse di tutti i tipi per imparare le lingue, progettate per tutte le età e per tutti i livelli di difficoltà.

Soprattutto nel periodo della terza età, si pensa di non essere più in grado di imparare una lingua, perché magari il cervello non ha più l’elasticità di un tempo. Dimenticatevi di tutte le dicerie che si sentono in giro. Non è mai troppo tardi per imparare una lingua e apporta dei benefici immensi.
Scopriamo nel dettaglio quali sono i benefici dell’apprendimento linguistico, anche quando si è un po’ più in là con gli anni.

Aumenta l’empatia

Una celebre giornalista del New York Times, ha affermato che imparare una nuova lingua non significa solo imparare nuove parole per le stesse cose, ma imparare un altro modo di pensare alle cose. Aveva ragione. Infatti, è stato scientificamente provato che imparare una lingua incoraggia il cervello a vedere il mondo e ciò che ci circonda da un’altra prospettiva. Questo aumento dell’empatia aiuta ad accrescere la nostra capacità di comprendere gli altri, soprattutto se la comunicazione avviene nella lingua madre della persona che ci sta davanti.

Perfeziona l’abilità di concentrarsi

Apprendere una nuova lingua significa costringere il cervello ad archiviare e recepire informazioni in maniera diversa. Così facendo, lo studio di una lingua aumenta la concentrazione generale, non solo mentre si studia. Infatti, secondo dei ricercatori alla University of Edinburgh hanno scoperto che quando si studia una lingua, il cervello acquista una maggiore abilità di concentrazione e si diventa anche dei migliori ascoltatori perché il cervello è più pratico nel filtrare le informazioni più rilevanti quando si ascolta. Inoltre, quell’accresciuta abilità di concentrarsi rimane, anche quando si smette di imparare la lingua.

Il cervello diventa più efficiente

Imparare a pensare in due lingue ha dei benefici enormi sul cervello. Col bisogno di cercare due sistemi di glossario per trovare la parola giusta, il cervello si adatta e diventa più efficiente. Risulta, infatti, che le persone che parlano almeno due o più lingue sono più abili nel processare informazioni complesse, specialmente in situazioni di stress o pressione, come la risoluzione dei conflitti. Inoltre, dovendo imparare a passare da una lingua all’altra senza problemi, le persone bilingue o i poliglotti diventano dei maghi del multitasking, anche nelle faccende che non hanno niente a che fare con le lingue.

Migliora la memoria

Il bilinguismo o plurilinguismo ha anche dei benefici cognitivi a lungo termine. Quando si diventa fluenti in una o più lingue, si sviluppa una maggiore densità di materia grigia, che controlla il linguaggio, le emozioni e la capacità di prendere decisioni. Con l’avanzare l’età, i bilingue riescono anche a preservare meglio la quantità di materia grigia nel cervello e ciò permette di avere un miglioramento a lungo termine della capacità di memorizzare le informazioni. Secondo una ricerca condotta all’Università di Granada, chi impara una seconda lingua, è in grado di richiamare informazioni e ricordi meglio di chi ne parla una sola. Infatti, i partecipanti bilingue avevano chiaramente un cervello che lavorava molto più velocemente di quello dei monolingue, riuscendo anche ad identificare i problemi in maniera più logica.

Diminuisce il rischio di Alzheimer

Secondo numerosi studi, il plurilinguismo sarebbe un fenomeno diminuisce il rischio di contrarre l’Alzheimer, così come altre malattie neurologiche generative, o che comunque ne ritarda l’insorgenza. Uno studio molto interessante è quello condotto da una celebre psicologa americana. Analizzando le cartelle cliniche di oltre 200 pazienti a cui è stato diagnosticato un probabile Alzheimer, è stato dimostrato che i pazienti che parlavano due o più lingue avevano una riserva cognitiva che gli permetteva di contrastarne i sintomi fino a cinque anni prima della comparsa, rispetto a chi ha parlato una sola lingua per tutta la vita.

Migliora la creatività

Quando si impara una nuova lingua, si apprendono nuove strutture grammaticali e, di conseguenza, se ne creano di nuove. Chi parla più lingue ha una sorta di obbligo alla creatività. Questo beneficio è stato infatti confermato da molti studi, che hanno riscontrato una maggiore creatività nei poliglotti o bilingue, rispetto ai monolingue.

Aiuta a capire meglio la propria lingua madre

Un famoso cantante americano diceva che bisogna sapere almeno due lingue per capirne una e aveva pienamente ragione. Con la pratica di un’altra lingua, si comprendono meglio le strutture grammaticali, le regole che stanno alla base di un’idioma e così facendo si arrivare a comprendere meglio anche la propria lingua madre. Molte ricerche hanno infatti confermato che chi parla più lingue, generalmente ha una migliore abilità di linguaggio anche nella propria lingua madre.

Aumenta l’autostima e il senso di realizzazione

Quando si padroneggia una nuova abilità, si acquista immediatamente più fiducia in se stessi. Anche in questo caso, vi sono numerosi studi che confermano la tesi. In molti di questi, infatti, è stata notata un’autostima molto più alta rispetto a chi non aveva mai studiato nessun’altra lingua.
Insomma, studiare le lingue non solo vi permette di girare il mondo senza avere problemi di comunicazione, ma regala dei benefici enormi, soprattutto nella terza età, quando il cervello perde sicuramente elasticità. Imparare una nuova lingua è un modo divertente per mantenere il cervello giovane e anche per contrastare l’insorgenza di malattie neurologiche degenerative. Quindi, abbandonate tutti i vecchi stereotipi. Si può imparare una lingua ad ogni età, senza discriminazioni mentali e fisiche.

 

 

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