Progresso scientifico e nuove speranze: studi per curare le lesioni al midollo spinale con la stimolazione elettrica

Nel corso degli ultimi decenni la scienza e la medicina hanno fatto passi da gigante negli studi sulla disabilità e su nuove possibili cure per le persone disabili e attualmente molte lesioni e malattie che sembravano un tempo incurabili vengono trattate con farmaci e terapie adeguate che danno risultati soddisfacenti e talvolta anche sorprendenti e inaspettati.

Un esempio a tal proposito è la via che la ricerca ha preso per quanto riguarda la cura delle mielolesioni ossia delle lesioni al midollo spinale.

Quando vi è una mielolesione i fasci di nervi che corrono lungo il midollo osseo vengono danneggiati; questo può accadere per diverse cause come ad esempio traumi causati da incidenti o infezioni.

A seconda della gravità del danno causato al midollo osseo le conseguenze possono essere più o meno gravi portando a diversi tipi di disabilità. In molti casi questi danni causano la paralisi degli arti inferiori e in alcuni anche degli arti superiori (tetraplegia e paraplegia).

Essendo i fasci di nervi danneggiati, questi non sono più in grado di ricevere gli impulsi dal cervello e quindi trasmettere di conseguenza il comando al muscolo.

Per la cura delle lesioni al midollo spinale i trattamenti oggi più diffusi sono l’ipotermia controllata, l’uso di protesi costituite da esoscheletri robotici e l’impianto di cellule staminali.

Un altro tipo di intervento di cui però vogliamo parlare oggi è la “stimolazione elettrica” del midollo spinale.

La ricerca in questo senso sta facendo passi da gigante e sta avviando nuove e continue sperimentazioni in questo senso.

Punto di partenza per questa ricerca è l’Ecole polytechnique federale de Lausanne che con il suo gruppo di ricercatori ha avviato la sperimentazione con risultati sorprendenti.

Sostanzialmente i nervi del midollo spinale vengono stimolati attraverso l’installazione di stimolatori elettrici a livello sottocutaneo; questi impianti costituiti da elettroliti vanno ad imitare gli impulsi provenienti dal cervello provocando quindi il movimento.

Questi piccoli stimolatori di corrente elettrica vengono applicati a diverse distanze e con diversa intensità lungo il midollo spinale e hanno lo scopo di riattivare la rete di neuroni per controllare il movimento dei muscoli. Una scoperta di questo tipo è da considerarsi a dir poco eccezionale e apre le porte a future terapie sempre più mirate alla cura delle persone disabili mielolese.

Questo tipo di stimolazione (che ha permesso già a 4 persone disabili di ricominciare a muovere le gambe), secondo la ricerca, porterebbe benefici anche ad altre funzioni del corpo, come l’aumento della massa muscolare e un miglioramento della pressione arteriosa.

La strada che portava a questo tipo di terapia era già stata aperta con alcuni studi nel 2009 per poi essere ripresa e pubblicata sulla rivista scientifica “Brain” nel 2014 dopo la sorprendente ripresa dei quattro pazienti disabili sottoposti ad elettrostimolazione.

La cosa che ha sorpreso di più gli scienziati è stata la velocità di risposta positiva alla terapia; infatti già dopo pochi giorni i pazienti erano in grado di muovere da soli le dita dei piedi e le caviglie e in seguito di flettere la gamba. Due di loro in particolare oltre che da paralisi motoria erano affetti anche da paralisi sensoriale, anche essa superata tramite la stimolazione elettrica.

La spiegazione, dicono gli scienziati, potrebbe risiedere nel fatto che nei pazienti disabili con paralisi vi siano delle connessioni latenti e che la stimolazione elettrica vada a risvegliare queste connessioni consentendo la ripresa del movimento.

Un altro tipo di terapia sfrutta invece l’utilizzo di stimolatori elettrici esterni. Questi stimolatori vengono applicati direttamente sul muscolo e simulano attraverso piccole scosse elettriche a bassa intensità gli impulsi che verrebbero dal midollo spinale se questi non fosse danneggiato.

Le terapie per ora sono state condotte a livello sperimentale e la strada da percorrere per perfezionarla è ancora lunga ma sicuramente accende la speranza di tante persone disabili che hanno subito danni al midollo spinale e che grazie alla scienza e alla medicina potrebbero tornare a muoversi.

NOTA: le informazioni sopra riportate sono fornite unicamente a scopo indicativo, si declina ogni responsabilità per eventuali errori e/o omissioni.

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